venerdì 17 giugno 2016

Mi guardo allo specchio

Sto tagliando il pollo da fare con le mandorle.
Io non cucino mai e anzi preparare qualcosa che poi dovrei ingerire mi fa un po' di paura.

Cucino solo a casa di Luca e solo per aiutare lui.

"Comunque la Polonia è totalmente diversa da quello che si immagina... escludendo il cibo ovviamente " disse Luca.

Luca era appena tornato da una trasferta in Polonia e per tale motivo non l'avevo visto per il mio compleanno.
Mi aveva comunque fatto un regalo strano e che mi era piaciuto molto. Mi aveva portata a guidare la sua macchina: per me che sono ancora a due anni dalla patente è stato emozionante!

Adesso che è tornato a Torino mi aspetta una bella serata con un 26enne.

Gli dico:"E ragazze, ti sei divertito?"
"Ammetto che sono molto belle, ma lo stereotipo del ragazzo italiano non funziona come nei film... non sono riuscito ad andare nei letti con loro, però in compenso ho fatto colpo con la gentilezza."

Mangiamo nel suo piccolo appartamento, e ancora mi stupisco che sia tutto buono nonostante ci abbia messo le mani anche io nella preparazione.

Laviamo i piatti e scopro che attendo con ansia l'intimità con lui: ok l'esperienza con Elena non mi ha fatto schifare i ragazzi.

Ci buttiamo sul divano, parlando del più e del meno mentre io mi godo il suo calore e le carezze: mi sento protetta.

La prima volta con lui è stato un fiasco: ero andata a casa sua con una minigonna "illegale" e poi mi sono sentita come un pezzo di legno. Non c'è stato nessun rapporto e alla fine abbiamo passato tutta la serata a parlare fino a quando mi ha dovuto riaccompagnare a casa in macchina perché ero stanchissima.

Pensavo che dopo tale comportamento da "profumiera" lui non mi volesse più parlare, ma invece ci siamo visti altre 3 volte: io ho perso la mia verginità di dietro e ho assaggiato per la prima volta il sapore di un uomo.

Mi ha sempre trattato benissimo sia quando parliamo in chat, sia mentre mi prende per i capelli a pecora, ma nonostante questo io mi sono sempre sentita un po' fuori posto e tesa con lui.

Ma oggi è diverso dal solito: mi sento confidente con me stessa.

Mi metto a cavalcioni sopra di lui e lo guardo negli occhi.
"Ti voglio dentro".

[Nota scrittrice: ancora adesso mi stupisco di averlo detto]

Ci baciamo e sento le sue mani afferrarmi i fianchi con presa sempre più forte, e anche il suo pene inizia a spingere attraverso i vestiti per andare al caldo dentro di me.

Mi toglie la maglietta e poi la toglie a se stesso, e pochi secondi dopo sento il mio regiseno abbassarsi per lasciare le mie gemelline alla sua bocca.

La mia mano si muove tra i suoi capelli guidando la sua testa da un capezzolo all'altro fino a portare la sua bocca sul mio collo.

Lui mi bacia e mentre schiaccia e tira i miei capezzoli sento il piacere che inizia a rompermi il respiro.

Si alza a ancora mezzi svestiti mi porta in braccio al suo letto, dove mi appoggia dolcemente per sfilarmi i pantaloni e mordermi la mia fighetta da sopra il perizoma bianco.
Lo scosto da me, ma solo far uscire il suo pisello umido dalla cerniera, non è ancora durissimo, ma anche cosi mi riempe la mano con la sua carne.
Lui si spoglia mentre continuo ad avere un pezzo di lui duro tra le mie labbra.

Mi tolgo il mio ultimo vestito: il perizoma e mi scopro a toccarmi guardando Luca negli occhi.

Ci sdraiamo e io finisco di armeggiare con il suo membro per mettergli il preservativo, mentre lui mi lecca e succhia le labbra della fighetta: è totalmente diverso da come si muoveva Ele, ma credo che mi piaccia di più.

Il profilattico gli calza molto stretto, e faccio fatica a metterglielo, ma appena riuscita mi concedo a lui.

Senza troppi induggi mi penentra.
Il lento avanti-indietro continua ad andare sempre più in fondo dentro di me, e la penetrazione è accompagnata dal nostro sudore e dalle mie urla più per dolore che per piacere (per ora).

Sento il piacere crescere mentre le mie mani scivolano sui muscoli delle spalle fino ai gluitei del uomo fra le mie gambe.
Ma non voglio ancora venire. Troppo presto, e so che lui vuole ancora giocare con me.

Lo fermo, e lui nonostante non capisca sta al gioco.

Lo guardo un attimo, e penso allee fantasie che mi ero scambiata con vari amici e amiche di chat, e ne scelgo una.

Mi alzo a vado verso il bagno facendogli segno di seguirmi, poco dopo davanti a lui mi chino sul lungo e solido mobile di fronte allo specchio: gli offro la possibilità di guardarci mentre mi incula.

Mi bagna il buchetto con la saliva, e io prendo un asciugamano che avrà la doppia funzione di comodo appoggio per i miei gomiti, oltre che oggetto dove sfogare il dolore mentre mi faccio penetrare dal suo grosso pene pieno di vene.

Inizia lentamente e inesorabilmente a farlo scivolare dentro di me. Io gemo e quasi urlo, mentre nello specchio vedo i miei muscoli delle spalle e del petto farsi tesi per il senso di violazione che percepisco.

Chiedo un attimo di pausa e crollo con la fronte umida sul legno del mobile.
Lui da stronzo prende la mia mano e la porta sulla sua asta: ancora meta di lui è fuori dal mio corpo. Rimpiango tra me e me di avergli dato di nuovo il mio sedere.

Lui si accorge che sono un po' avvilita, e si china e mi bacia la mia schiena sudata e nuca, sempre rimanendo dentro di me.
In qualche modo questo mi aiuta, e io asciugo le mie lacrime sul asciugamano e mi faccio forza per farmi violare ancora.

Riprendiamo.
L'ultima parte è molto più facile dell'inizio, e poco dopo mi sorprendo a sorridere alla me stessa riflessa mentre Luca e suoi muscoli si muovono in modo da recarmi piacere.

Io e lui ci guardiamo negli occhi, mentre con la mano vado a stuzzicare la mia fighetta umida e poi massaggiare le sue noci.

Sono di nuovo verso la strada del piacere e il mio fiatone inizia a essere di nuovo spezzato da gemiti.
Lui continua con ritmo costante facendo bene il suo lavoro, e portandomi piano piano alla soglia dell'orgasmo.
Ci guardiamo a vicenda, e grazie a questo capisce quando è il momento migliore per prendermi per i capelli.

Mi tira a se per la nuca fino a portarmi a sentire le mie spalle contro il suo petto, il suo pene dentro di me, e la sua mano che si muove velocemente tra le mie grandi labbra: vengo.

Poco dopo, con ancora alcuni spasmi e gemiti, mi lascio crollare sul mobile sfiancata.
Sento lui che tira fuori il suo pene ancora duro da me, e toglie il preservativo per masturbarsi.

"Aspetta, ti aiuto anche io" gli dico, inginocchiandomi a fatica davanti al suo membro.

 Io rimango ferma, metterendo a disposizione la mia bocca alla sua rossa cappella mentre lui si masturba.

Sta volta non guardo solo lui, ma anche il riflesso nello specchio di una ragazzina dai capelli castani, sudata e provata dal sesso con un ragazzo molto più grande di lei.



Sempre guardandomi allo specchio muovo le mie mani sulle gambe di Luca, più per sincerarmi di essere davvero io la persona riflessa che per recare del eros a lui.

Mi riconosco in quella ragazzina e decido che ormai è meglio andare fino in fondo: l'uomo che agita il suo pene dentro la mia bocca se lo merita.

Inizio a giocare con le sue palle con la mano destra e poco dopo lo sostituisco a massaggiare la sua asta. Entrambe le mie mani lavorano per il suo piacere, oltre che alla mia lingua.

Neanche due minuti dopo lui viene tra le mie labbra.
Io guardo me stessa mentre stringo il grosso e duro membro di Luca venire dentro la mia bocca.
Vedo il suo pene pieno di vene pronte ad esplodere violare nuovamente il mio corpo.
Vedo le sue dita ricacciare una goccia del suo sperma dalla mia guancia alle mie labbra che ormai erano diventate le rive di un lago biancastro.

Mi sento sporca, ma sta volta non me ne vergogno.


 

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