venerdì 17 giugno 2016

Mi guardo allo specchio

Sto tagliando il pollo da fare con le mandorle.
Io non cucino mai e anzi preparare qualcosa che poi dovrei ingerire mi fa un po' di paura.

Cucino solo a casa di Luca e solo per aiutare lui.

"Comunque la Polonia è totalmente diversa da quello che si immagina... escludendo il cibo ovviamente " disse Luca.

Luca era appena tornato da una trasferta in Polonia e per tale motivo non l'avevo visto per il mio compleanno.
Mi aveva comunque fatto un regalo strano e che mi era piaciuto molto. Mi aveva portata a guidare la sua macchina: per me che sono ancora a due anni dalla patente è stato emozionante!

Adesso che è tornato a Torino mi aspetta una bella serata con un 26enne.

Gli dico:"E ragazze, ti sei divertito?"
"Ammetto che sono molto belle, ma lo stereotipo del ragazzo italiano non funziona come nei film... non sono riuscito ad andare nei letti con loro, però in compenso ho fatto colpo con la gentilezza."

Mangiamo nel suo piccolo appartamento, e ancora mi stupisco che sia tutto buono nonostante ci abbia messo le mani anche io nella preparazione.

Laviamo i piatti e scopro che attendo con ansia l'intimità con lui: ok l'esperienza con Elena non mi ha fatto schifare i ragazzi.

Ci buttiamo sul divano, parlando del più e del meno mentre io mi godo il suo calore e le carezze: mi sento protetta.

La prima volta con lui è stato un fiasco: ero andata a casa sua con una minigonna "illegale" e poi mi sono sentita come un pezzo di legno. Non c'è stato nessun rapporto e alla fine abbiamo passato tutta la serata a parlare fino a quando mi ha dovuto riaccompagnare a casa in macchina perché ero stanchissima.

Pensavo che dopo tale comportamento da "profumiera" lui non mi volesse più parlare, ma invece ci siamo visti altre 3 volte: io ho perso la mia verginità di dietro e ho assaggiato per la prima volta il sapore di un uomo.

Mi ha sempre trattato benissimo sia quando parliamo in chat, sia mentre mi prende per i capelli a pecora, ma nonostante questo io mi sono sempre sentita un po' fuori posto e tesa con lui.

Ma oggi è diverso dal solito: mi sento confidente con me stessa.

Mi metto a cavalcioni sopra di lui e lo guardo negli occhi.
"Ti voglio dentro".

[Nota scrittrice: ancora adesso mi stupisco di averlo detto]

Ci baciamo e sento le sue mani afferrarmi i fianchi con presa sempre più forte, e anche il suo pene inizia a spingere attraverso i vestiti per andare al caldo dentro di me.

Mi toglie la maglietta e poi la toglie a se stesso, e pochi secondi dopo sento il mio regiseno abbassarsi per lasciare le mie gemelline alla sua bocca.

La mia mano si muove tra i suoi capelli guidando la sua testa da un capezzolo all'altro fino a portare la sua bocca sul mio collo.

Lui mi bacia e mentre schiaccia e tira i miei capezzoli sento il piacere che inizia a rompermi il respiro.

Si alza a ancora mezzi svestiti mi porta in braccio al suo letto, dove mi appoggia dolcemente per sfilarmi i pantaloni e mordermi la mia fighetta da sopra il perizoma bianco.
Lo scosto da me, ma solo far uscire il suo pisello umido dalla cerniera, non è ancora durissimo, ma anche cosi mi riempe la mano con la sua carne.
Lui si spoglia mentre continuo ad avere un pezzo di lui duro tra le mie labbra.

Mi tolgo il mio ultimo vestito: il perizoma e mi scopro a toccarmi guardando Luca negli occhi.

Ci sdraiamo e io finisco di armeggiare con il suo membro per mettergli il preservativo, mentre lui mi lecca e succhia le labbra della fighetta: è totalmente diverso da come si muoveva Ele, ma credo che mi piaccia di più.

Il profilattico gli calza molto stretto, e faccio fatica a metterglielo, ma appena riuscita mi concedo a lui.

Senza troppi induggi mi penentra.
Il lento avanti-indietro continua ad andare sempre più in fondo dentro di me, e la penetrazione è accompagnata dal nostro sudore e dalle mie urla più per dolore che per piacere (per ora).

Sento il piacere crescere mentre le mie mani scivolano sui muscoli delle spalle fino ai gluitei del uomo fra le mie gambe.
Ma non voglio ancora venire. Troppo presto, e so che lui vuole ancora giocare con me.

Lo fermo, e lui nonostante non capisca sta al gioco.

Lo guardo un attimo, e penso allee fantasie che mi ero scambiata con vari amici e amiche di chat, e ne scelgo una.

Mi alzo a vado verso il bagno facendogli segno di seguirmi, poco dopo davanti a lui mi chino sul lungo e solido mobile di fronte allo specchio: gli offro la possibilità di guardarci mentre mi incula.

Mi bagna il buchetto con la saliva, e io prendo un asciugamano che avrà la doppia funzione di comodo appoggio per i miei gomiti, oltre che oggetto dove sfogare il dolore mentre mi faccio penetrare dal suo grosso pene pieno di vene.

Inizia lentamente e inesorabilmente a farlo scivolare dentro di me. Io gemo e quasi urlo, mentre nello specchio vedo i miei muscoli delle spalle e del petto farsi tesi per il senso di violazione che percepisco.

Chiedo un attimo di pausa e crollo con la fronte umida sul legno del mobile.
Lui da stronzo prende la mia mano e la porta sulla sua asta: ancora meta di lui è fuori dal mio corpo. Rimpiango tra me e me di avergli dato di nuovo il mio sedere.

Lui si accorge che sono un po' avvilita, e si china e mi bacia la mia schiena sudata e nuca, sempre rimanendo dentro di me.
In qualche modo questo mi aiuta, e io asciugo le mie lacrime sul asciugamano e mi faccio forza per farmi violare ancora.

Riprendiamo.
L'ultima parte è molto più facile dell'inizio, e poco dopo mi sorprendo a sorridere alla me stessa riflessa mentre Luca e suoi muscoli si muovono in modo da recarmi piacere.

Io e lui ci guardiamo negli occhi, mentre con la mano vado a stuzzicare la mia fighetta umida e poi massaggiare le sue noci.

Sono di nuovo verso la strada del piacere e il mio fiatone inizia a essere di nuovo spezzato da gemiti.
Lui continua con ritmo costante facendo bene il suo lavoro, e portandomi piano piano alla soglia dell'orgasmo.
Ci guardiamo a vicenda, e grazie a questo capisce quando è il momento migliore per prendermi per i capelli.

Mi tira a se per la nuca fino a portarmi a sentire le mie spalle contro il suo petto, il suo pene dentro di me, e la sua mano che si muove velocemente tra le mie grandi labbra: vengo.

Poco dopo, con ancora alcuni spasmi e gemiti, mi lascio crollare sul mobile sfiancata.
Sento lui che tira fuori il suo pene ancora duro da me, e toglie il preservativo per masturbarsi.

"Aspetta, ti aiuto anche io" gli dico, inginocchiandomi a fatica davanti al suo membro.

 Io rimango ferma, metterendo a disposizione la mia bocca alla sua rossa cappella mentre lui si masturba.

Sta volta non guardo solo lui, ma anche il riflesso nello specchio di una ragazzina dai capelli castani, sudata e provata dal sesso con un ragazzo molto più grande di lei.



Sempre guardandomi allo specchio muovo le mie mani sulle gambe di Luca, più per sincerarmi di essere davvero io la persona riflessa che per recare del eros a lui.

Mi riconosco in quella ragazzina e decido che ormai è meglio andare fino in fondo: l'uomo che agita il suo pene dentro la mia bocca se lo merita.

Inizio a giocare con le sue palle con la mano destra e poco dopo lo sostituisco a massaggiare la sua asta. Entrambe le mie mani lavorano per il suo piacere, oltre che alla mia lingua.

Neanche due minuti dopo lui viene tra le mie labbra.
Io guardo me stessa mentre stringo il grosso e duro membro di Luca venire dentro la mia bocca.
Vedo il suo pene pieno di vene pronte ad esplodere violare nuovamente il mio corpo.
Vedo le sue dita ricacciare una goccia del suo sperma dalla mia guancia alle mie labbra che ormai erano diventate le rive di un lago biancastro.

Mi sento sporca, ma sta volta non me ne vergogno.


 

giovedì 16 giugno 2016

Una insolita festa di compleanno: Parte 3 - Fumo

Puoi trovare la prima parte qui
Puoi trovare la seconda parte qui
 
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Il sole mi scalda la pancia mentre gioco con i capelli miei e di Ele, entrambe nude e abbracciate sul divano di casa sua.

Mi godo il calore del sole e del corpo della mia amica fino a quando Ele non si alza e cammina nuda in direzione del bagno...non è una cattiva idea, anche io dovrei darmi una rinfrescata per togliere il residuo di questo pomeriggio particolare.

Dopo poco sento che lei tira l'acqua e mi alzo in direzione del bagno, lei apre la porta proprio quando le sono davanti.

Sorpresa mi chiede:"Mi stavi spiando?"
"Non credo di avere molto altro da scoprire oltre che a questo" dissi io sfiorandole la pelle tra i suoi seni.

Mi sorride e dice:"Vai in bagno, io ti aspetto in salotto"

Dentro al bagno mi do una lavata alla buona alla fighetta, ascelle, seno, e poi il collo: guardandomi allo specchio mi accorgo che i suoi morsi hanno lasciato traccia, ma non così evidente.

Esco da bagno e vedo Elena ancora svestita occupata a preparare qualcosa sul tavolino del salotto.

"Pachistano?" le chiedo
"No, ma sembra comunque buona...hai l'accendino?" disse leccando il lato della cartina.

Vado in cucina a recuperare la mia borsa e alcuni dei miei vestiti ancora fradici, poco dopo sono seduta ancora svestita in compagnia della mia amica mentre lei accende la canna e fa un bel tiro.

Ele è nuda davanti a me che fuma erba... e mi sembra una cosa totalmente normale, ancora non capisco come mai fino a poche ore prima avevamo problemi a toglierci una maglietta.

Mi siedo davanti a lei, e mi passa la canna, e tiro due note.
L'erba non non sembra che sia niente di che, ma lei sembra già un po' fatta: che stia facendo finta?

Rimaniamo in silenzio a passarci la canna, guardando i nostri corpi: io mi focalizzo sui suoi occhi chiari incorniciati dai suoi capelli castano rossi.

Ad un certo punto lei decide di interrompere il silenzio e con voce un po' strana mi dice:
"Sei stata brava."

Rimango spiazzata.
Lei prendendosi tutto il tempo per fumare un'altra nota, continua:"Sai, siceramente sabato mi ero sentita un po' strana: la sera prima dovevo uscire con un mio amico, e mi ha paccato..."
Mi passa la canna, io la prendo ma non la fumo: sono concentrata sul suo discorso.

"Quindi, beh mi sono trovata con te qui, abbracciata, e mi ha fatto piacere poter giocare un po'".
Mi sento usata, ma tengo a bada la mia collera.

"Poi sono stata fortuna: ci siamo trovate bene, e ci ho guadagnato per via di quell'idiota."

Per la prima volta rispondo:"Quindi...sono io un ripiego?"
Tiro una nota, e sento l'erba fare effetto: non è una cosa buona data la situazione.

Lei sorride come una stupida:"Ripiego... no! Sei mia amica, e so che sei abbastanza puttana quando c'è da divertirsi".

Io la fulmino con lo sguardo e lei sembra capire che ha superato il limite.

"Dai, guarda cosa ti do!"

Si alza in piedi e si avvia verso la cucina sbattendo contro alcuni mobili. Forse è per davvero fatta, sarà perché non mangiamo niente da colazione?

Torna poco dopo, offrendomi un pacchetto.

"Sono gli Oreo, i tuoi biscotti preferiti, vero?"
Disse lei muovendomeli sotto il naso. Io continuo a fulminarla con lo sguardo.

"Dai non fare così, so che ti piacciono!" disse aprendo il pacchetto e porgendomi il biscotto davanti alla faccia manco fossi un cane.

Mi viene una idea.

"Io voglio un'altra cosa..." le dico prendendole il braccio e portandola sul divano insieme a me.
Lei pensa di capire il mio intento e mi bacia con la sua lingua al sapore di fumo.
Prova anche a farsi palpare il seno da me, ma io evito: non voglio regalarle alcun piacere, e di conseguenza le faccio mettere una mano tra le mie cosce in modo da riscaldarmi la fighetta.

Lei è un po' su di giri per via dell'erba, e comincia a baciarmi il collo.
La faccio scendere ancora fino ai mie capezzoli a punta: mi godo un po' il piacere, ma non è ancora arrivata al mio obiettivo.

La invito a scendere di più, e vedo la punta della sua lingua scivolare fino al mio obelico. Lei alza la testa guardandomi con i suoi occhi chiari, mi sorride e prova di nuovo a muoversi verso le mie tettine. Io la fermo, e la spingo ancora più in basso.

Ele mi guarda sorpresa e preoccupata, ma esegue.
Ora mi sta baciando l'interno delle cosce e le sue mani mi avvolgono i fianchi.
Mi da un bacietto alla mie grandi labbra, e io cerco di non dar troppo a vedere il mio sussulto.

Lei mi guarda negli occhi, mentre io spalanco le mie gambe per farle baciare meglio il mio tesoro.
Assaggia il mio sapore, due, tre volte.
Poi fa per risalire verso la mia pancia e seno.
Scatta la mia trappola.

La spingo di nuovo in basso la testa con la mia mano, e le mie gambe si serrano tra la sua testa e spalle.
Lei cerca di ribellarsi goffamente, e mi guarda allarmata, quasi spaventata perché non capisce cosa io voglia fare.

Dopo essermi goduta un attimo la confusione in lei, le spingo il volto contro la mia fighetta.
"Lecca e fammi venire."La mia voce è così fredda che mi sorprendo da sola.

Lei si oppone ancora per poco sia con la voce, sia con il corpo, sia con il suo sguardo.
Dopo poco docilmente inizia il suo lavoro di bocca, forse il motivo del suo cedere alle mie richieste è più dovuto al fumo che all'eros.

Mentre comincio a sentire i primi veri piaceri mi allugo per recuperare la canna ormai quasi terminata, e faccio un ultimo tiro.
E ancora prima di espirare recupero il biscotto che voleva darmi come se fossi un cucciolo poco prima.

Ho il fumo nei mie polmoni, un oreo tra le mie dite, i capelli rossi della amica ondeggiano sulle mie cosce mentre la sua lingua si muove sulle mie grandi labbra.

"Chi è adesso la puttana?" le dico.

Che insolita festa di compleanno.

sabato 11 giugno 2016

Una insolita festa di compleanno: Parte 2 - Fuoco

Puoi trovare la prima parte qui
Puoi trovare la terza parte qui

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Casa vuota,
solo io, Ele e i nostri vestiti fradici che stanno per abbandonare i nostri corpi.

Siamo nella sua cucina: lei seduta sul tavolo e con le mie dita ormai dentro di lei, io in piedi con la sua coscia in mezzo alle mie gambe, sulla quale mi struscio mentre vedo lei baciare il mio petto ancora protetto dal regiseno.

Scelgo di liberare le mie gemelline in modo che possa farla giocare con i mie capezzoli duri per lei.
Il reggiseno non fa in tempo a scivolare per terrà che ho già inarcato la mia schiena grazie alla lingua di Elena sui miei capezzoli: appena abbasso di nuovo lo sguardo sulla mia amica vedo lei che mi guarda sorridendomi mentre succhia e mordicchia le mie tette.

Ora capisco come mai alcuni ragazzi vengano subito: è come avere a che fare con un angelo e diavolo allo stesso tempo... uno dei due riescie a fare comunque breccia nei propri desideri.

Ele mi abbraccia, e poi mi invita a toglierle la maglietta, ma non il reggiseno, quello lo toglie lei, subito.

Mi si para davanti il suo seno almeno una taglia più grande del mio e capezzoli che divergevano verso fuori: sono un po' imbarazzata.
Le sorrido e la bacio sulle labbra mentre lei ride agitando leggeremente le sue tette contro le mie. Quanto sono fortunata!

Lei mi bacia incorniciandomi la faccia con le sue mani, ma purtroppo neanche il tempo di godermi questa dolcezza che mi prende per mano e mi porta in salotto. Mi godo la sua schiena e le fossette sopra il suo sedere che oscillano mentre lei mi guida ad un divano ben riscaldato dal sole.

Si gira verso di me e sta volta la bacio io poggiando le mie mani sulle sue guancie, lei mi imita e dopo poco ci troviamo in piedi con i nostri corpi aderenti: i nostri fianchi, i nostri seni e le nostre labbra sono una cosa sola.

Faccio scendere una mano, accarezzando la sua pelle...spalle, schiena, seno, pancia e fianchi sono un territorio che voglio esplorare.
Arrivo al sedere e mi accorgo di una cosa.

"Non senti freddo con questi pantaloni bagnati addosso?"

"Un po'...ma ho brividi anche per altri motivi", lei sempre civettuola.
"Lascia che te li tolga"

Mi inginocchio per baciarle l'obellico, e per guardare il suo viso da sotto i suoi seni mentre tolgo l'ennesimo ostacolo per arrivare alla sua fighetta.
Poco dopo lei fa lo stesso, ma al posto di puntare il mio ombelico punta un po' piu' in basso. Anche se indosso ancora le mutandine non mi sento pronta.

In compenso la faccio sdraire per lungo sul divano, e mi godo le sue mani che navigano sulla schiena mentre io provo la sensazione di succhiare i capezzoli della mia amica.

Una sua mano mi sposta i capelli da davanti alla testa in modo da guardarci negli occhi: nessuna protesta da parte mia.

La sua mano scende a stuzzicare il mio di seno: nessuna protesta da parte mia.

La sua mano scende fino a dentro le mutandine, toccando il mio bianco sedere: nessuna protesta da parte mia.

La sua mano arriva cosi in fondo allo spacco dei miei glutei che tocca la mia figa depilata e bagnata per lei: io mi ritraggo.

Mi guarda sorridendo: "sbagliamo insieme?"
Mette le sue mani intorno ai propri fianchi pronta a togliersi l'ultimo dei suoi vestiti. Io faccio lo stesso.

E dopo un cenno di intesa ci togliamo la stoffa rimanente insieme.
E la prima volta che la vedo cosi nuda, e mi godo il suo corpo dai suoi capelli rossicci ai peletti bruni.
Anche lei deve aver fatto qualcosa di simile, e mi dice molto impacciata: "ah...la tieni sempre cosi liscia?"

"No, solo per le occasioni speciali come oggi".

Rassicurata, lei si avvicina di nuovo a me: eravamo di nuovo a baciarci, sedute una davanti all'altra ma cosi vicine da permettere ai miei capezzoli di sfiorare il suo seno.

In maniera incredibilmente naturale la mia mano raggiunse i suoi peli, e poco dopo arrivo alla sua entrata bagnata dai suoi umori dedicati a me.
Poco dopo lei smette di baciarmi, ed inizia a mordermi il collo e io continuo a far entrare ed uscire le mie dita dalle sue labbra piu' in basso.

Il mio piacere sta già crescendo, quando finalmente la sua mano arriva alla mia pelle liscia in mezzo alle mi coscie tese sento un forte brivido.

Adesso ognuna di noi due guida il piacere dell'altra.
Ci vuole poco e riusciamo a incastrarre i nostri corpi permettendo alle nostre mani di lavorare vicine sulla figa dell'altra, i nostri seni si toccano e i nostri visi si strusciano.

Siamo entrambe rosse in volto, entrambe muoviamo le dita al medesimo ritmo sull'altra, entrambe ci stiamo avvicinando all'orgasmo... insieme.

Sta arrivando
Sento lei sostituire il suo respiro con dei gemiti.
Io la imito inconsapevolmente.
Le nostre mani si muovono insieme, ma piu' velocemente.
Geme piu' di me, e lei sembra accorgercene e mi prende il seno sinistro, stringendomi il capezzolo fra due dita.

Io urlo senza vergogna.

Ed entrambe ci lasciamo finalmente andare ai nostri piaceri, insieme.

.
.
.

Le nostre utlime voglie si esauriscono mentre sia abbracciate.
Continuiamo a baciarci, ma con dolcezza.
Ben presto arrivano le carezze sui nostri visi. Carezze fatte con la stessa mano usata per regalare piacere, la stessa mano ancora umida degli umori.

Infine io e lei ci sdraimo una affianco all'altra godendoci il sole sulle nostre schiene, rilassandoci un po'.

Che insolita festa di compleanno.






venerdì 10 giugno 2016

Una insolita festa di compleanno: Parte 1 - Acqua


Puoi trovare la seconda parte qui
Puoi trovare la terza parte qui

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Domani è il mio compleanno ma oggi è la mia giornata speciale per i seguenti motivi:
  • Inizio delle vacanze estive;
  • Sarò da sola a casa con Ele a fumare;
  • Sarò da sola a casa con Ele a passare del buon tempo insieme.
Ho appena salutato i professori (sia quelli simpatici che quelli no) e sto andando alla piazzetta poco lontano da qui per la gavattonata con i compagni... sembra che non saremo l'unica classe a fare questo a quanto vedo.

Ele non è troppo lontano da me... e oggi non mi ha neanche guardato.
Forse si vergogna e ci sta ripensando?
Mi stupirei se fosse così, comunque in questo momento non posso farci niente, meglio pensare ai giochi d'acqua.

Ho appena messo i piedi con tutte le scarpe nell'acqua e mi arriva una delle prime secchiate... perfetto, sto già congelando e sento i mie capezzoli inturgidirsi: spero che il mio regiseno non mi tradisca altrimenti sarò circondata di ragazzi.

Non siamo qui da neanche da due minuti, e le ultime ragazze stanno per essere buttate di peso nella fontana: Ladies first?
In compenso noto con piacere che le onde di ragazzi pervertiti avranno molte ragazze tra cui ronzare: molte di noi non sono state così furbe da scegliere gli affidabili jeans rispetto ai comodi ma trasparenti leggings.

Mentre vedo alcune di loro perdere di colpo kili di trucco e figaggine varia per via delle loro rotondità non troppo curate, io mi dedico a giocare con i ragazzi e ragazze un po' più serie.

Sarò piccola, ma con un bel po' di cameratismo anche io riesco a buttare gran parte dei miei bersagli in acqua: mi sto divertendo con tutti, anche quella specie di coppia lesbica snob di Francesca & Alabarda (si è un sopranome, non hai letto male!) non stanno facendo le stronze; certo ogni tanto se la tirano un po' per farsi vedere, ma oggi non mi sento di criticarle: anche io sto permettendo a molti ragazzi di toccare più del dovuto e con quelli più grandi ricambio anche: mi sorprendo ancora di come le forme delle loro gambe muscolose e dei loro peni si sentano perfettamente nonostante i jeans.

Qualcuno prova anche a baciarmi ma viene immediatamente buttato in acqua a raffreddare i bollenti spiriti tra le mie risa, uno in particolare cerca di mettermi le mani sotto i vestiti, ma riceve una cinquina: forse ho essagerato con la forza, se Luca (un mio amico di cui parlerò in futuro) mi tirasse uno schiaffo sul sedere cosi mentre sono a pecora probabilmente mi fratturerei qualcosa.

Comunque Ele (e i suoi leggings ormai inutili a celare il suo corpo) riesce a scappare dal grosso della bolgia per unirsi a noi, o meglio a me, visto che è venuta proprio per abbracciarmi.

Sento le sue forme proprio come sabato, ma sta volta non mi sorprendono: era esattamente ciò che mi ero prefissata di sentire oggi, ma nonostante questo sento un brivido.

Ci guardiamo. So cosa sta per succedere:
"Ele, non adesso c'è troppa gente" le sussurro.

Lei mi sorride civettuosa proprio come se avesse ricevuto la risposta che attendeva.
"Mi dispiace, ma dovrai aspettare ancora alcuni minuti per quello che pensi", detto ciò mi spinse in acqua: ancora prima di toccare contro il fondo della fontana avevo deciso che mi sarei vendicata il pomeriggio stesso... in qualche modo.


La festicciola finisce e io e la mia amica andiamo verso casa sua con le scarpe che fanno "squeeze-squeeze".
Mi sorprendo per come Ele non si vergogni di essere praticamente nuda per via dei vestiti attillati dall'acqua; ma non mi dispiace: tutto questo mi mette nel mood giusto. ;*

Che lo stia facendo apposta? Sarebbe una cosa da lei.

Arriviamo a casa sua ci togliamo le scarpe e le sbattiamo in balcone ad asciugarsi insieme ai calzini.
Camminiamo a piedi nudi sul freddo pavimento di casa sua.
Non andiamo direttamente in camera sua, ma in cucina: è strano.

Senza chiedermi niente apre il freezer e tira fuori due biecchierini, e senza guardarmi va in cerca di una bottiglia e mi chiede: "vuoi da bere?"
Le rispondo di no perplessa, questo comportamento è ancora più strano: lei non beve mai senza un buon motivo.

Mentre butta già di colpo un bicchierino realizzo: è a disagio, ed è la prima volta che la vedo così.

Se ne sta servendo un altro, ma mi avvicino e le fermo la mano.
Rimane in silenzio guardando in basso, come se fosse spenta.
La costringo a guardarmi in faccia e le dico:"hey... sono io! Cosa succede?"
Abbassa di nuovo la testa e mi abbraccia, ma non come le altre volte, la sento rigida, tesa.
"Ho paura di spingermi troppo oltre, di fare danno Aurora" dice dandomi la nuca.

Io la abbraccio per qualche minuto coccolandola; la sento sciogliersi un pochettino.
"Anche io ho paura di fare qualcosa di sbagliato Elena"
Lei mi guarda con i suoi occhi color chiaccio incorniciati dai sui capelli rossici. Io continuo: "Però sono sicura, che se sbagliamo lo faremo insieme, e già questo mi basta per farmi coraggio e rendermi un po' più felice".

Sento un brivido nel suo corpo aderente al mio e poi la vedo rilassarsi, sciogliersi abbracciandomi e coccolando le punte dei mie capelli.

La vedo tornare la Ele di sempre: spavalda ai limiti dell'arroganza.
"Va bene Aurora, però sto bicchiere lo bevo comunque...ok?"
 "Fanne uno anche a me, ne ho bisogno anche io", lei mi sorrise e me lo servi.

Bicchieri in mezzo a noi, ci guardiamo sorridendo e diciamo "nasdrovie", e buttiamo tutto giù.
Era Vodka...e ovviamente mi viene in mente la mia ultima sboccata in strada proprio a casa sua, ma non è il momento di pensarci.

Ele va a pulire i bicchieri e a nascondere le prove del aver bevuto, "vuoi una mano?" le chiedo riprendendomi dai ricordi di quella serate finite male.

Lei non mi risponde, mette tutto apposto in pochi secondi, e si siede sopra il tavolo dove prima c'era l'alcohol; è proprio davanti a me, e sta sorridendo: cosa avrà in mente?

"Si, puoi darmi una mano..." dice prendendo la mia mano e mettendola nel suo interno coscia.
Chiudo gli occhi e la bacio, nella mia testa sento il sapore delle nostre lingue e della vodka che va a mischiarsi con la mia mano che lenta si avvicinava alle altre sue labbra.
La sento un attimo sussultare quando alla fine tocco le sue forme: anche da sopra i vestiti distinguo le sue dolci carni e il tipico calore.

Mi toglie la maglia zuppa e comincia a bacciarmi il collo andando sempre giù: non abbiamo nessuna fretta, e spesso ci fermiamo un attimo a guardarci cogliendo il piacere dell'altra.

Continuo a toccare la su fighetta da sopra i vestiti mentre le bacio la nuca, lei è ormai arrivata al mio seno e gioca con i miei capelli con una delle sue mani. Sento il nostro respiro diventare irregolare.

Mi fermo un attimo a guardarla negli occhi, mentre faccio scivoltare la mia mano sotto le sue mutandine per la prima volta.
Lentamente la vedo socchiudere gli occhi, come io allo stesso modo lentamente scorro le mie dita tra i suoi fini peli raggiungendo infine le sue grandi labbra calde.

La mia insolita festa di compleanno è iniziata.

mercoledì 8 giugno 2016

Aspettando domani

Manca un giorno all'inizio delle vacanze estive, ma non è questo che mi tiene con il fiato sospeso.

Sono stata a casa di Ele sabato scorso, e nonostante mi ritrovi a pensarci spesso, il ricordo inizia a svanire.
Non riesco a capire cosa fare, se considerarlo un incidente, o qualcosa di più.

Lei in classe mi tratta come sempre, però ha uno strano sguardo di intesa... forse l'ha sempre avuto e io non me ne sono mai accorta?

Questi miei pensieri mi hanno tenuto compagnia per tutti questi giorni.

O almeno, sono rimasti con me fino al pranzo di oggi, quando io ed Ele abbiamo fatto un pezzo di strada assieme per tornare a casa:

Ele: Domani ci sarai alla gavettonata qui vicino?
Io: Certo, te?
Ele: Si, ovvio, spero che il tempo non faccia scherzi come gli ultimi giorni... hai da fare dopo?
Io: Dopo la gavettonata?No...almeno fino alle sei che ho allenamento, perché?
Ele: Io sono sola a casa e ho dell'erba... che ne dici di venire a casa mia?

Non sapevo se era un doppio senso o meno (non sono mai stata brava a capirli) l'idea era comunque un mio piccolo desiderio che si realizzava... anche se rimanevo terrorizzata di sbagliare qualcosa e fraintendere il suo invito.

Io: Ok... beh forse mi sa che salto l'allenamento domani, sai non posso andarci fatta...

Lei mi sorrise con is suoi occhi dell'est europa: stavo iniziando ad apprezzare quella sua particolarità.

Io: Va bene, appena torno a casa preparo una borsa con un cambio asciutto, e lo dico a miei (che non dovrebbero fare problemi).

Io e lei ci fermammo poco prima di dove ci dividevamo di solito: lei andava a prendere la metro, io facievo l'ultimo pezzo a piedi per casa mia.

Ele: Non penso che ti serviranno quei vestiti mentre sei con me...

Rimasi di ghiaccio.


E subito dopo mi sciolsi quando lei mi diede un piccolo e veloce bacio, sfiorandomi appena la tempia con la sua mano, e la lingua con la sua.

Andò via salutandomi con lo sguardo e sorridendo in maniera civettuosa.

Non sapevo se prima aveva usato un doppio senso, ma adesso ero sicura che domani sarei venuta a casa sua.


domenica 5 giugno 2016

Lenzuola bagnate di sudore e dei miei umori

Oggi ho avuto un dolce e caldo risveglio.

A casa mia c'è ancora freddo e dormo ancora con il copriletto, il quale oggi ha avuto la fortuna di essere parte integrande del mio piacere.

Era una cosa che non facevo da quando ero piccola: mi sono strofinata con le coperte e il cuscino, ma a differenza dei miei anni da bambina, l'ho fatto con uno scopo ben preciso.

L'ho fatto perché volevo risentire il desiderio di ieri, volevo risentire ciò che Ele mi ha regalato e che ho provato (stupidamente) a lavare via camminando sotto la pioggia.

Come ieri ho sentito le mie gambe serrarsi intorno all'oggetto del mio piacere.
Come ieri ho sentito l'aria passare tra le mie labbra umide, e il mio fiato diventare sempre più vivo.

Ma per quanto abbia pilotato il mio piacere in modo che durasse di più, in modo che fosse più personale e adatto ai miei tempi... non sono riuscita a raggiungere la soddisfazione di quei 10 minuti confusi in compagnia della mano della mia compagna di scuola.

Non capisco cosa voglio, ho paura di rivederla domani a scuola... ho paura di quello che potrebbe dire ai nostri compagni.

So già che queste preoccupazioni non se ne andranno per molto tempo. So solo che non ho mai provato niente di cosi spettacolare per il mio corpo ne da sola ne in compagnia di ragazzi più grandi di me.

Aver passato una oretta a strofinarmi per poi venire trattenendo appena i mie gemiti non è paragonabile a ieri.

So solo di aver bagnato le lenzuola di sudore e dei miei umori come non mai.


sabato 4 giugno 2016

Non sono bagnata di sola pioggia

Oggi a Torino c'è stato un acquazzone, ma nonostante l'acqua non ho tirato fuori l'ombrello dalla mia borsa.
Ho deciso di bagnarmi.
Ho deciso di lasciare a questo temporale di merda qualcosa di utile da fare: lavarmi dai miei umori ancora presenti sotto le mie mutandine con i disegnini.

Oggi ho capito un po' meglio come sono fatta, cosa vuol dire sentire il mio corpo, e sentire il ... desiderio. Non mi viene nessun modo più elegante per chiamarlo.

Fino ad oggi mi sono sempre considerata una normale ragazza che va alle superiori, una che si sente sempre fuori posto nonstante una vita attiva, fatta di cosplay in fiera, sport, alcool e (ogni tanto) ragazzi con case libere il fine settimana.

Fino ad oggi pensavo che... boh fosse per tutti così: essere estranei o annoiati ad ogni cosa, anche a quelle novità con il sapore di già visto.

Ma questo pomeriggio ho sentito non solo di volere disperatamente qualcosa, ma anche di poterla ottenere... pensavo che queste cose accadessero solo nei film, o nelle coppie molto fortunate, invece mi sono bastate le mani della mia amica dentro le mutandine.

Il suo caldo abbracciarmi da dietro, il suo petto contro la mia schiena e le sue labbra delicate sul mio collo, sono state il mio bacio del principe azzurro.
Un bacio che mi sveglia dal torpore della routine.
Un bacio che espande i limiti dei miei piaceri.

Per la prima volta oggi sono bagnata, ma non di sola pioggia.